Charlize Theron è la donna più bella del mondo, secondo me. Una bellezza perfetta che non potrò mai raggiungere perché è la sua, perché di Charlize ce n’è una, come di Luisa, come di Sara, Marina, Emanuela, Barbara, Joana…ognuna con i propri tratti caratteristici e il proprio carattere.
Troppe volte la tv veicola come normale il messaggio “non mi sentivo bene con me stessa e allora sono intervenuta per modificarmi radicalmente”.
Ai nostri ragazzi trasmettiamo il messaggio che l’imperfezione non è accettata, che bisogna rincorrere un modello, che modificarsi rende felici e adeguati. Questo vuol dire dire loro, velatamente, che sono sbagliati, che fanno bene a sentirsi sbagliati. Che a 18 anni fanno bene a rifarsi i connotati perché come sono non vanno bene.
Cosa significa “non sentirsi bene con se stessi” a 15-18 anni?? Chi di noi si sentiva davvero figo a quell’età? Chi di noi non aveva un sacco di insicurezze?
L’aspetto che ho sempre notato, però, non è solo quello estetico, ma l’evidenziare ai giovanissimi: “Forse tu sei troppo debole, forse tu sei troppo fragile, non sei adatto”.
Per fare arte e molte altre cose la sensibilità è necessaria, così come è fondamentale mettersi a nudo e ciò non significa non essere pronti o non essere all’altezza. Ci vuole più empatia, più emozione.
Mi fa sempre strano quando si giustifica chi infrange le regole, chi fa il ribelle della situazione, in virtù di un particolare vissuto e non si considera, invece, che molte persone non attaccano gli altri proprio perché sanno cosa vuol dire essere presi di mira, non giudicano perché conoscono il peso del giudizio.
Non possiamo donare ai nostri figli l’esperienza che solo loro potranno fare sul campo, cadute comprese, ma possiamo insegnare loro che cambiare ciò che sono per la società non è MAI la scelta giusta.
Non sarà certo questo il modo grazie al quale si sentiranno più adatti.