“Le parole che dicono la verità hanno una vibrazione diversa da tutte le altre”.
Mi sono ripetuta spesso questa frase di Camilleri per trovare il coraggio di scrivere in prima persona il mio libro. In realtà avevo già iniziato e non sarei tornata indietro, quando inizio qualcosa parto come un treno (nel bene e nel male, s’intende).
Ritenevo fondamentale instaurare un rapporto di lealtà con il lettore, non solo pura dialettica.
Non ho mai pensato di salire in cattedra, mettermi a insegnare qualcosa, ma ho sperato che “Come l’orchidea nel cemento” (Edizioni Dialoghi) potesse aiutare le persone a sentirsi meno sole e sbagliate.
Essere se stessi è un’espressione bellissima, ma applicare il concetto nella vita quotidiana e rimanere ancorati alla propria “luce” comporta una certa sofferenza.
Di certo la trasparenza non è qualcosa di cui vergognarsi.
Ogni volta rimango stupita come una bambina dai vostri commenti, recensioni, interviste.
Sono partita da zero e vivo ogni cosa (messaggio, intervista, articolo) con estrema gratitudine e gioia.
So che non è stato facile raggiungere neppure mezzo risultato, per questo sono entusiasta di tutto ciò che arriva, soprattutto a livello umano.
Credo di essere profondamente innamorata della vita, quindi grazie a chi “si innamora” ogni giorno con me, delle piccole cose e di questi momenti, speciali, di condivisione e confronto.
Grazie a Gian Pietro Nadalutti e Marco Corazza di #Media24 per questo bel servizio andato in onda ieri sera, 25 agosto.
E a tutti voi del vostro supporto e affetto che non do mai per scontato.