Non so voi, ma ho l’ansia del cambiamento e non intendo che lo temo, ma che ne ho bisogno. La stasi e i tempi morti mi stancano anche fisicamente, mi demotivano. La mia sete di cambiamento è quasi una dipendenza, ho continuamente bisogno di mettermi alla prova, crescere, imparare cose nuove, ideare progetti in cui la mia creatività trovi spazio, programmare oggi per i prossimi mesi. E, a livello di pazienza, sono anche migliorata rispetto a qualche anno fa, eh!
Di solito trovi sempre qualcuno che chiede: “Tu che vuoi fare nella vita?”. Ecco, il pensiero di fare una sola cosa mi ha sempre messo la claustrofobia. E non ho neppure mai fatto scelte basate sulla convenienza. Certo, ogni nuova sfida è un rischio, ma caratterialmente non sono una persona ancorata al passato che, anzi, non mi manca, giacché guardo sempre al futuro. Poter dare un senso all’esistenza in un’ottica di collettività risulta fondamentale per me, non troverei stimoli in un percorso basato solo sulla soddisfazione personale di bisogni primari e non proteso, al tempo stesso, verso il miglioramento della società. Di questi tempi in cui la mia sete di cambiamento è “compressa” e ho, per senso di responsabilità, ridotto all’essenziale le interazioni (distanziate), in cui mi manca il calore umano, vorrei fare mille cose. E quando non ci riesco con le iniziative, perché i tempi del contesto non corrispondono ai miei, inizio a pensarle tutte: cambio capelli, sopracciglia, cambio…!! Poi, però, queste esigenze di cambiamento si scontrano con il lato economico…temo di aver capito che avrò sempre più sogni che danari. Detto ciò, vi auguro una buona domenica, in cui non potevano mancare i miei sproloqui!